Il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, realizzato attraverso il reclutamento e l'impiego di lavoratori extracomunitari irregolari, integra un reato di pericolo concreto che sussiste anche in assenza della prova della conoscenza, da parte del concorrente, della permanenza illegale degli stessi sul territorio dello Stato, essendo sufficiente la consapevolezza dell'irregolarità della loro posizione lavorativa. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato, può fondare la propria decisione su elementi di prova indiretti, quali le dichiarazioni del lavoratore irregolare, le riprese video e le interviste giornalistiche, senza che ciò comporti una violazione del diritto di difesa dell'imputato. La richiesta di correzione di un mero errore materiale nella sentenza, relativo all'omessa indicazione della prescrizione di alcuni reati, non può essere accolta con la procedura de plano, ma richiede la citazione in contraddittorio delle parti, pena la nullità della decisione. Tuttavia, ove la sentenza non sia emendabile con tale procedura, essa non può essere impugnata autonomamente, ma deve formare oggetto di gravame avverso la decisione di merito.