Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16454 del 15 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:16454PEN

Massima

Generata da Simpliciter
La confisca di beni nell'ambito di un procedimento di prevenzione patrimoniale è legittima quando la Corte di merito, sulla base di una motivazione logica e adeguata, accerti che i beni in questione siano il frutto di attività illecite riconducibili alla pericolosità sociale del soggetto, anche in assenza di una condanna penale definitiva. Il giudice può disporre la confisca anche di beni intestati a terzi, qualora sia dimostrato che essi siano nella disponibilità effettiva del soggetto ritenuto socialmente pericoloso, senza che rilevi la regolarità formale dell'acquisto. L'onere di provare la legittima provenienza dei beni grava sul soggetto sottoposto alla misura di prevenzione, in applicazione del principio per cui chi è indiziato di appartenere alla criminalità organizzata deve giustificare la provenienza dei propri beni. La valutazione della pericolosità sociale del soggetto può fondarsi anche su precedenti vicende giudiziarie, senza che ciò integri un vizio di motivazione, purché la motivazione sia logica e adeguata. Il controllo di legittimità del giudice di legittimità in materia di misure di prevenzione è limitato alla verifica della violazione di legge, della manifesta illogicità della motivazione e dell'omissione di punti decisivi, senza poter sindacare nel merito le valutazioni di fatto compiute dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. DI STEFANO P. - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) n. (OMISSIS);

(OMISSIS) n. (OMISSIS);

(OMISSIS) n. (OMISSIS);

(OMISSIS) n. (OMISSIS);

(OMISSIS) n. (OMISSIS);

avverso il decreto n. 38/2012 del 14/2/2013 della CORTE DI APPELLO DI ROMA;

visti gli atti, l'ordinanza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIERLUIGI DI STEFANO;

letta la relazione del Procuratore Generale in persona del Dott. ANTONIO GIALANELLA che ha concluso chiedendo dic…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.