Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 13457 del 9 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:13457PEN

Massima

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Il falso accusatore, che presenta una querela calunniosa per fatti di ingiuria e minaccia, è penalmente responsabile anche quando la persona offesa non abbia effettivamente posto in essere le condotte denunciate, essendo sufficiente che la denuncia risulti priva di fondamento sulla base delle risultanze probatorie acquisite nel processo. In tali casi, la responsabilità penale dell'imputato per il reato di calunnia è integrata anche in assenza di una espressa affermazione da parte del teste circa la mancata realizzazione dei fatti denunciati, essendo sufficiente che questi riferisca circostanze incompatibili con la veridicità dell'accusa mossa. Pertanto, il giudice di merito può legittimamente ritenere provata la responsabilità penale dell'imputato per calunnia quando, sulla base di una valutazione complessiva degli elementi di prova, emerga che le accuse mosse dalla persona denunciante risultino prive di riscontri oggettivi e siano pertanto destituite di fondamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

NA. Ri. , n. a (OMESSO);

avverso la sentenza in data 20 novembre 2007 della Corte di appello di Ancona;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. CONTI Giovanni;

Udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. FEBBRARO Giuseppe, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito per la parte civile Si. Lu.…

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