Il reato di riduzione in schiavitù sussiste quando la vittima si trova in uno stato di soggezione totale e assoluta, tale da privare la stessa di ogni autonomia e libertà di autodeterminazione, anche in assenza di violenza fisica, essendo sufficiente l'esercizio di poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà o comunque di un potere coercitivo tale da annullare la volontà della persona offesa. Le dichiarazioni delle vittime, se convergenti e attendibili, possono costituire prova sufficiente per la configurazione del reato, anche in assenza di riscontri sanitari, laddove sia accertato lo stato di soggezione e di assoggettamento totale della vittima. Il reato di tratta di persone, inoltre, si configura quando la vittima, anche minorenne, viene ceduta da terzi a scopo di sfruttamento, indipendentemente dalla sua consapevolezza o meno di tale finalità. In tali ipotesi, la condotta del reo integra una grave forma di violazione della dignità e della libertà personale della vittima, che deve essere sanzionata con rigore al fine di tutelare i beni giuridici fondamentali lesi.