Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 5495 del 4 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:5495PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe taluno a dargli o a promettergli indebitamente denaro o altra utilità, commette il reato di concussione di cui all'art. 317 c.p. Tale condotta si configura quando l'agente, sfruttando la sua posizione di autorità e i poteri di cui dispone, pone in essere una pressione psichica di particolare intensità tale da vincere la volontà della vittima, prospettandole un male ingiusto e determinandola così a consegnare una somma di denaro o altra utilità per evitare conseguenze pregiudizievoli. La concussione si distingue dalla fattispecie di induzione indebita di cui all'art. 319-quater c.p. in quanto in quest'ultima ipotesi la pressione esercitata dal pubblico agente, pur essendo abusiva, lascia alla vittima un margine di autodeterminazione tale da consentirle di rifiutare la richiesta indebita, pur consapevole di poter subire conseguenze sfavorevoli. Pertanto, la condotta del pubblico ufficiale che, durante una verifica fiscale, minaccia in modo concreto e indeterminato il contribuente, inducendolo a consegnare una somma di denaro per evitare ulteriori problemi, integra il reato di concussione, non essendo ravvisabile in tale ipotesi un significativo spazio di autodeterminazione in capo alla vittima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

SOTTOSEZIONE 6

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. IPPOLITO Frances - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenz - Consigliere

Dott. FIDELBO G. - rel. Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) Procuratore generale presso la Corte d'appello di Napoli;

2) (OMISSIS), nato ad (OMISSIS);

3) (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 20 novembre 2012 emessa dalla Corte d'appello di Napoli;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

udita la relazione del consigliere dott. ((omissis));

udite le richieste del sostituto procuratore generale ((omissis)), che ha concluso per l'acc…

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