Il Tribunale Amministrativo Regionale per l'Abruzzo, nell'esaminare i ricorsi proposti da Angelo Barone, Paola Mastrantonio e Barone Costruzioni di Barone Fabrizio contro il Comune di L'Aquila, ha affermato il seguente principio di diritto: La possibilità di costruire fabbricati provvisori, quale quello in questione, è prevista dalla normativa emergenziale e, in particolare, è disciplinata dalla delibera del Consiglio comunale n.58/2009. Tale normativa ha carattere straordinario e transitorio, connesso all'esaurirsi dello stato di emergenza, per cui, una volta venute meno le esigenze abitative discendenti dal sisma aquilano e accertata l'avvenuta riacquisizione dell'agibilità dell'immobile, il Comune ha il dovere di ordinare la demolizione del manufatto temporaneo, in diretta applicazione della citata delibera comunale, senza che sia necessario un previo provvedimento di autotutela volto a rimuovere gli effetti dell'atto autorizzativo, essendo quest'ultimo automaticamente decaduto al cessare dello stato d'emergenza. Il sequestro penale dell'immobile non determina l'illegittimità dell'ordinanza di demolizione, ma soltanto il differimento del termine fissato per la rimessa in pristino, decorrente dalla data del dissequestro penale, che sarà onere dell'interessato richiedere tempestivamente. Inoltre, l'individuazione dell'area da acquisire al patrimonio comunale in caso di inottemperanza all'ordine di demolizione non deve essere effettuata al momento dell'emanazione dell'ingiunzione, ma dovrà essere prevista nell'atto con il quale verrà accertata l'inottemperanza, fatto che costituisce il presupposto necessario per l'immissione in possesso del bene e la trascrizione nei registri immobiliari.