Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21694 del 26 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:21694PEN

Massima

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Il reato di ingiuria sussiste quando vengono proferite frasi offensive concernenti l'onore e il decoro di una persona, anche in presenza di terzi, senza che rilevi la mancata individuazione della data precisa del fatto o la tardività della querela, purché non sia fornita una rigorosa prova contraria dell'intempestività della proposizione della stessa. La causa di non punibilità di cui all'art. 599 c.p. è rimessa alla discrezionalità del giudice, il quale può non applicarla anche in presenza delle condizioni richieste dalla legge, non costituendo un diritto soggettivo dell'imputato. Il risarcimento dei danni in favore delle parti offese può essere escluso nei confronti di un imputato non costituitosi parte civile. La prescrizione del reato non opera quando, a seguito di interruzione, il tempo necessario a prescrivere è stato prolungato di un quarto ai sensi dell'art. 161 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. CALABRESE Renato - Consigliere

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) M. A. A. N. IL (OMESSO);

2) PE. GI. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 09/11/2007 TRIB. SEZ. DIST. di DESIO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARROZZA ARTURO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. STABILE Carmine che conclude per l'inammissibilita' del ricorso.

FA…

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