Il decorso del termine quinquennale di efficacia dei vincoli urbanistici preordinati all'espropriazione comporta l'obbligo per l'amministrazione comunale di procedere alla riqualificazione delle aree interessate, senza che possa essere opposta l'inerzia dell'ente o la necessità di una revisione complessiva dello strumento urbanistico generale. Infatti, la decadenza del vincolo espropriativo determina la cessazione della sua efficacia conformativa, imponendo all'amministrazione di provvedere alla rimozione della relativa classificazione e all'adozione di una nuova destinazione urbanistica, in assenza della quale sussiste un obbligo di provvedere ai sensi dell'art. 2 della legge n. 241/1990. Tale obbligo permane anche qualora l'area sia stata interessata da fenomeni di abusivismo edilizio, atteso che tali circostanze non possono legittimare l'inerzia dell'amministrazione, la quale è comunque tenuta a ridefinire la disciplina urbanistica dell'area, in conformità ai principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa di cui all'art. 97 della Costituzione. Pertanto, il mancato adempimento di tale obbligo da parte del comune determina l'annullamento del provvedimento con cui è stata rigettata l'istanza di riqualificazione urbanistica presentata dal proprietario, con conseguente affermazione del dovere dell'ente di procedere alla riclassificazione delle aree di proprietà del ricorrente.