Il ricorso per cassazione avverso l'ordinanza che rigetta l'istanza di scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare è inammissibile, in quanto tale provvedimento è impugnabile esclusivamente con l'appello ai sensi dell'articolo 310 del codice di procedura penale. Ciò in applicazione del principio generale della conversione dei mezzi di impugnazione stabilito dall'articolo 580 del codice di procedura penale, secondo cui il ricorso per cassazione proposto avverso un provvedimento diverso da quelli tassativamente indicati come impugnabili con tale mezzo, deve essere qualificato come appello. Tale principio trova applicazione anche con riferimento alle ordinanze che decidono sull'istanza di scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare, le quali, in quanto provvedimenti diversi dall'ordinanza genetica, sono impugnabili unicamente con l'appello previsto dall'articolo 310 del codice di procedura penale. Pertanto, il ricorso per cassazione proposto avverso l'ordinanza che rigetta l'istanza di scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare deve essere qualificato come appello, con la conseguente trasmissione degli atti al giudice competente.