Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23017 del 17 maggio 2004

ECLI:IT:CASS:2004:23017PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità e dei suoi poteri, tenta di costringere o indurre un privato a dare o promettere indebitamente denaro o altra utilità, commette il reato di tentata concussione. Tale condotta è punibile anche se posta in essere in concorso con un soggetto privato, il quale partecipa attivamente alla richiesta illecita. Ai fini della configurabilità del reato, è sufficiente che il pubblico ufficiale abbia posto in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere o indurre la parte lesa a dare o promettere l'indebito vantaggio, senza che sia necessario l'effettivo conseguimento dello stesso. Il tentativo di concussione si perfeziona nel momento in cui cessa l'attività del colpevole, ovvero quando viene compiuto l'ultimo atto qualificabile come tentativo, a partire dal quale decorre il termine di prescrizione. Qualora il pubblico ufficiale agisca in concorso con un privato, entrambi rispondono del reato di tentata concussione, a prescindere dalla qualifica rivestita dal concorrente. La parte civile vittoriosa in sede di impugnazione ha diritto alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute, anche se parzialmente o totalmente soccombente in relazione a proprie richieste.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SESTA PENALE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
FULGENZI Renato - Presidente
MARTELLA Ilario - Consigliere
CONTI Giovanni - Consigliere
ROTUNDO Vincenzo - Consigliere
ROSSI Aniello - Consigliere
ha pronunciato la seguente:
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) Vi. Ro. ((omissis))., nato ad As. Sa. l'(...);
2) Mi. Co., nato ad As. Sa. il (...);
3) Co. Ga. (parte civile), in proprio e quale legale rappresentante della "Società Edile di Ga. Co. & c. s.n.c.";
avverso la sentenza in data 8.10.2002 della Corte di Appello di Bari;
Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));
Udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto dei ricorsi proposti da Vi. Ro. ((omissis)). e Mi. Co. e per l'accoglimento di quello presentat…

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