Il diritto del privato all'acquisto di porzioni di aree appartenenti al patrimonio e al demanio dello Stato, interessate dallo sconfinamento di opere eseguite entro il 31 dicembre 2002 su fondi attigui di proprietà altrui, in forza di licenze o concessioni edilizie o altri titoli legittimanti tali opere, è un diritto soggettivo perfetto, la cui disciplina è contenuta nell'art. 5-bis del d.l. n. 146/2003, convertito nella l. n. 212/2003. Tuttavia, tale diritto non si applica alle aree sottoposte a tutela ai sensi del Testo Unico dei beni culturali e ambientali, di cui al d.lgs. n. 490/1999 (ora d.lgs. n. 42/2004), in quanto la legge prevede un espresso e incondizionato divieto di alienazione di tali aree. Pertanto, le controversie relative a tali fattispecie rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario, in quanto attinenti a diritti soggettivi, e non in quella del giudice amministrativo. La domanda di restituzione dei canoni concessori versati senza titolo è irricevibile se formulata in modo irrituale, senza il necessario contraddittorio.