Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2161 del 17 gennaio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:2161PEN

Massima

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La condotta di partecipazione all'associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. richiede un rapporto di stabile e organica compenetrazione con il tessuto organizzativo del sodalizio, tale da implicare un ruolo dinamico e funzionale nell'esplicazione del quale l'interessato prende parte al fenomeno associativo, rimanendovi stabilmente a disposizione per il perseguimento dei comuni fini criminosi. La mera intestazione fittizia di beni, finalizzata ad agevolare l'attività dell'associazione mafiosa, integra invece la fattispecie di cui all'art. 12-quinquies della L. n. 356/1992, che si differenzia dalla condotta partecipativa prevista dall'art. 416-bis c.p. in quanto non necessariamente presuppone un inserimento stabile e organico nell'associazione. Pertanto, il giudice può escludere la sussistenza del reato associativo pur riconoscendo la condotta di intestazione fittizia aggravata dall'agevolazione dell'attività mafiosa, laddove ritenga che il soggetto agisca mosso da meri interessi economici personali e non da un vincolo stabile con l'organizzazione criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. LIGNOLA F. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI NAPOLI;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 9588/2012 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 08/01/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FERDINANDO LIGNOLA;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, Dr. D'((omissis)), ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;

per il ricorrente e' presente l'avv. (OMISSIS), il quale chiede d…

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