Il decreto di occupazione temporanea non finalizzata all'esproprio di fondi di proprietà comunale, emesso ai sensi dell'art. 49 del d.P.R. n. 327/2001 a favore di una società privata per la realizzazione di un impianto eolico, è legittimo quando gli interventi previsti sui suoli comunali hanno carattere meramente provvisorio e strumentale, senza comportare una trasformazione permanente della destinazione d'uso, e prevedono il successivo ripristino dello stato dei luoghi. L'occupazione temporanea non finalizzata all'esproprio, disciplinata dall'art. 49 del Testo Unico sull'espropriazione, si distingue dall'occupazione anticipata d'urgenza di cui all'art. 22-bis, in quanto non è preordinata alla definitiva ablazione del bene, ma è volta a consentire l'esecuzione di opere accessorie e provvisorie necessarie per la realizzazione dell'opera pubblica. Pertanto, la mera previsione di interventi di allargamento stradale e di posa di cavidotti interrati, ove non comportino una trasformazione permanente del fondo, non inficia la legittimità del provvedimento di occupazione temporanea. Inoltre, l'esistenza di un uso civico sul fondo comunale non costituisce di per sé un ostacolo all'occupazione temporanea, in assenza di una richiesta di autorizzazione allo svincolo dell'uso civico, atteso che il procedimento di occupazione temporanea è autonomo rispetto a quello finalizzato all'acquisizione dei titoli abilitativi necessari per la realizzazione dell'opera. Infine, la mancata comunicazione dell'avvio del procedimento di autorizzazione unica regionale, di cui all'art. 12 del d.lgs. n. 387/2003, non determina l'illegittimità derivata del successivo decreto di occupazione temporanea, in quanto i due procedimenti sono distinti e autonomi.