Il pubblico ufficiale che accede abusivamente a sistemi informatici protetti, anche se per finalità didattiche, commette il reato di accesso abusivo a sistema informatico, qualora gli accessi non siano giustificati da esigenze connesse all'attività di polizia giudiziaria o di polizia di sicurezza, in violazione delle prescrizioni che disciplinano l'utilizzo legittimo di tali sistemi. L'aggravante dell'abuso dei poteri o violazione dei doveri connessi alla funzione pubblica, che rende il reato procedibile d'ufficio e comporta l'applicazione di una pena accessoria, sussiste quando l'agente, pur avendo la possibilità di accedere legittimamente al sistema informatico per ragioni inerenti ai propri compiti professionali, lo utilizza in modo abusivo, eccedendo i limiti dell'uso consentito. Il travisamento della prova dichiarativa non è configurabile quando la valutazione del giudice di merito, adeguatamente motivata, non risulti manifestamente illogica o contraddittoria rispetto al contenuto delle deposizioni testimoniali.