Consiglio di Stato sentenza n. 486 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:486SENT

Massima

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Il diniego di condono edilizio è legittimo quando, alla data del 31 marzo 2003, le opere edilizie non risultano ultimate nel loro "stato rustico", ossia prive del completamento delle tamponature esterne che determinano l'isolamento dell'immobile dalle intemperie e configurano l'opera nella sua fondamentale volumetria. L'onere di provare l'ultimazione del manufatto alla data utile per beneficiare del condono grava sull'interessato, in quanto soggetto avente disponibilità di documenti e di elementi di prova idonei a dimostrare con ragionevole certezza l'epoca di realizzazione dell'intervento. L'ordine di demolizione delle opere abusive, in quanto provvedimento vincolato e non discrezionale, non richiede la preventiva comunicazione di avvio del procedimento né la valutazione dell'interesse pubblico alla demolizione, essendo sufficiente il mero accertamento dell'abusività delle opere. Tuttavia, l'omessa notifica dell'ordine di demolizione a tutti i comproprietari incide sull'efficacia del provvedimento nei confronti di coloro che non ne hanno ricevuto la notifica, senza inficiare la legittimità dello stesso. Infine, la possibilità di sostituire la sanzione demolitoria con quella pecuniaria, in caso di pregiudizio alla stabilità dell'edificio, deve essere valutata dall'amministrazione nella fase esecutiva del procedimento, successiva all'ordine di demolizione, e non in sede contenziosa.

Sentenza completa

Pubblicato il 16/01/2023

N. 00486/2023REG.PROV.COLL.

N. 02373/2017 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 2373 del 2017, proposto da
Mario Sciarra e Costantino Sciarra, rappresentati e difesi dall'avvocato Marcello Russo, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Cardito, via Murillo De Petti, n. 8;

contro

Comune di Caivano (Na), non costituito in giudizio;

nei confronti

Antonio Sciarra e Candida Sciarra, rappresentati e difesi dagli avvocati Giuseppe Fimiani e Pietro Striano, con domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato Enzo Maria Serrelli in Roma, viale Bruno Buozzi, n. 77;

per la riforma

della sentenza del Tribu…

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