Il falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico, di cui all'art. 495 c.p., si configura quando l'oggetto della falsa dichiarazione riguarda elementi qualificanti dell'identità della persona, come la residenza anagrafica, in relazione ai quali sussiste un obbligo di veridicità per il dichiarante, in virtù di specifiche norme giuridiche che attribuiscono efficacia probatoria all'atto in cui la dichiarazione è trasfusa. Diversamente, il falso di cui all'art. 483 c.p. ricorre quando la dichiarazione falsa è destinata a provare la verità di fatti di cui l'atto pubblico ha la funzione di attestare la veridicità, in forza di una specifica previsione normativa che impone al privato l'obbligo di affermare il vero. Pertanto, la falsa dichiarazione relativa al mero cambio di dimora abituale all'interno dello stesso comune, non rientrando tra gli elementi qualificanti dell'identità della persona, integra il reato di cui all'art. 495 c.p. e non quello di cui all'art. 483 c.p.