Cassazione penale Sez. I sentenza n. 33338 del 10 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:33338PEN

Massima

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Il giudice di prevenzione, nell'accertare l'attualità della pericolosità sociale del soggetto sottoposto a misura di prevenzione, è tenuto a valutare in modo autonomo e concreto la personalità dello stesso, senza limitarsi a un mero richiamo alla precedente condanna penale. Tale valutazione deve prendere in considerazione l'intera condotta del proposto, comprese eventuali condotte illecite successive alla scarcerazione, al fine di verificare la persistenza di un comportamento antisociale e la mancata risocializzazione. Inoltre, ai fini dell'applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca, il giudice può legittimamente desumere la sproporzione tra il valore dei beni posseduti dal soggetto e i suoi redditi leciti accertati, anche sulla base di perizie tecniche, senza che ciò integri un vizio di motivazione denunciabile in sede di legittimità, salvo il caso di motivazione meramente apparente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BONITO F. Maria S. - Consigliere

Dott. VANNUCCI Marco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 10/06/2016 della CORTE APPELLO di PALERMO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis)) NOVIK;
lette/sentite le conclusioni del PG Dott.ssa FILIPPI Paola, che ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso.
RILEVATO IN FATTO
1. Con decreto emesso in data 10 giugno 14 gennaio 2016, la Corte d'appello di Palermo, in parziale riforma del provvedimento di primo grado adotta…

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