Cassazione penale Sez. V sentenza n. 43341 del 23 ottobre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:43341PEN

Massima

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Il falso materiale in atto pubblico di cui all'art. 476 c.p. non può essere integrato dalla mera difformità tra il contenuto di un atto amministrativo (quale una delibera di giunta regionale) e quello di un successivo atto (quale un bando di selezione pubblica), in quanto quest'ultimo costituisce un atto autonomo e distinto dal primo, la cui eventuale alterazione potrebbe al più integrare un'ipotesi di falso ideologico, ove ne ricorrano i presupposti. Perché possa configurarsi il delitto di falso materiale, è necessario che l'alterazione abbia direttamente riguardato il contenuto dell'atto pubblico originario, non già di un atto ad esso successivo e formalmente distinto, ancorché ad esso collegato. Inoltre, ai fini della configurabilità del dolo specifico richiesto per il reato di abuso d'ufficio, occorre una valutazione approfondita degli elementi soggettivi della condotta, non potendosi ritenere sufficiente il mero dolo generico accertato in relazione al falso materiale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza emessa il 16/02/2012 dalla Corte di appello di Ancona;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Paolo Micheli;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. MAZZOTTA Gabriele, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;

udito per il ricorrente l'Avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento…

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