Cassazione penale Sez. III sentenza n. 8325 del 22 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:8325PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione sussiste quando vi sia un accordo tra più soggetti per la commissione di un numero indeterminato di delitti, con una divisione di compiti all'interno dell'organizzazione, anche se non è necessario individuare il numero minimo di partecipanti, essendo sufficiente l'accertamento di almeno tre associati. Il ruolo dell'indagato nel favorire l'attività di prostituzione, accompagnando le nuove prostitute sul luogo di lavoro, spiegando loro come agire e fornendo loro beni di prima necessità, integra il contributo causale richiesto per la configurazione del reato associativo, a prescindere dalla mancanza di riscontri diretti sui pagamenti da parte delle prostitute, essendo sufficiente la valutazione complessiva degli elementi probatori acquisiti, come videoriprese e pedinamenti, che il giudice di merito ha correttamente motivato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ALTIERI Enrico - Presidente

Dott. MANCINI Franco - Consigliere

Dott. GRILLO Carlo - Consigliere

Dott. SENSINI Maria Silvia - Consigliere

Dott. SARNO Giulio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) RI. GR., N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 02/08/2007 TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SARNO GIULIO;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. IZZO Gioacchino, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Con l'ordinanza in epigrafe il tribunale di Catanzaro in sede di riesame confermava l'ordinanza con La quale il GIP del …

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