Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36890 del 12 ottobre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:36890PEN

Massima

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Il ricorso avverso la sentenza del giudice di pace che condanna l'imputato alla pena pecuniaria e al risarcimento del danno in favore della parte civile, qualora non si limiti a contestare la specie o l'entità della pena, deve essere qualificato come appello, in applicazione dell'art. 574, comma 4, c.p.p., che estende gli effetti dell'impugnazione dell'imputato contro la pronuncia di condanna penale anche alle statuizioni civili dipendenti dalla condanna, indipendentemente dalla specifica impugnazione del capo relativo al risarcimento del danno. Il giudice di secondo grado, pertanto, non può dichiarare inammissibile l'appello per mancata impugnazione delle statuizioni civili, ma deve procedere al giudizio di merito, in ossequio al principio di effettività della tutela giurisdizionale e al diritto di difesa dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SO. FR. RO. N. IL (OMESSO);

2) IA. RI. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 8/2008 TRIBUNALE di MODENA, del 31/10/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 08/07/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IZZO che ha concluso per: atti al Tribunale.

FATTO E DIRITTO

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