La provocazione da parte della persona offesa, consistente in comportamenti molesti e minacciosi reiterati nel tempo, può escludere la responsabilità penale dell'imputato per il reato di ingiuria, in quanto tale condotta costituisce una reazione per accumulo dei turbamenti indotti dai singoli episodi, soprattutto se coinvolgono il figlio minorenne dell'imputato. Affinché la provocazione sia rilevante, è necessario che il fatto ingiusto della persona offesa sia prossimo temporalmente alla condotta ingiuriosa, in modo da determinare uno stato di ira dell'imputato, il quale reagisce in modo sproporzionato ma comprensibile alla luce del comportamento provocatorio reiterato nel tempo. In tali casi, la valutazione della sussistenza della scriminante della provocazione deve tenere conto della coerenza del tenore letterale dei termini ingiuriosi pronunciati con il comportamento provocatorio, nonché della circostanza che tale comportamento sia stato oggetto di ripetute denunce alla forza pubblica da parte dell'imputato.