Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 2335 del 19 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:2335PEN

Massima

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La misura di prevenzione patrimoniale della confisca può essere applicata anche a beni intestati a soggetti legati da vincoli parentali o di stabile convivenza con l'indiziato di appartenenza mafiosa, in presenza di una presunzione semplice di indiretta disponibilità dei beni in capo all'indiziato, qualora non sia dimostrata la loro legittima provenienza. Tale presunzione è rafforzata dalla sproporzione tra il valore dei beni e le fonti di reddito ufficiali o indirettamente valorizzabili dell'indiziato, nonché dalla sua condanna per il delitto di associazione mafiosa, che costituisce un indice rivelatore dell'illecita origine dei beni confiscati. In sede di giudizio di legittimità avverso decreti applicativi di misure di prevenzione, non sono deducibili vizi di motivazione, salva l'ipotesi che questa sia del tutto mancante o presenti incongruenze tali da renderla meramente apparente e, dunque, contra legem.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. PAOLONI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso il decreto del 09/10/2013 della Corte di Appello di Palermo;

esaminati gli atti, il ricorso e l'ordinanza impugnata;

udita la relazione del consigliere Dott. PAOLONI Giacomo;

lette le requisitorie del Pubblico Ministero (sostituto Procuratore generale Dott. GIALANELLA Antonio), che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) mediante il difensore impugna per…

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