Il provvedimento che modifica le modalità esecutive di una misura cautelare, ai sensi dell'art. 299, comma 2, c.p.p., non è impugnabile con ricorso per cassazione immediato, bensì con l'appello al Tribunale del riesame previsto dall'art. 310 c.p.p. Il ricorso per cassazione è ammesso solo avverso i provvedimenti che dispongono una misura coercitiva, ai sensi dell'art. 311, comma 2, c.p.p., o che concernono lo "status libertatis" non altrimenti impugnabili, ai sensi dell'art. 568, comma 2, c.p.p. Pertanto, il rimedio esperibile contro i provvedimenti relativi alla modifica o all'estinzione delle misure cautelari è l'appello al Tribunale del riesame ex art. 310 c.p.p., e solo in esito a tale gravame è ammesso il ricorso per cassazione. Il giudice di legittimità, in presenza di un ricorso per cassazione avverso un provvedimento di modifica delle modalità esecutive di una misura cautelare, deve convertire il ricorso in appello ai sensi dell'art. 310 c.p.p. e disporre la trasmissione degli atti al Tribunale competente.