La massima giuridica che si può estrarre dalla sentenza è la seguente: Il diniego di autorizzazione alla realizzazione di una discarica per rifiuti non pericolosi è legittimo qualora l'amministrazione competente accerti, sulla base di risultanze procedimentali, che la soluzione progettuale proposta non consente il rispetto della distanza minima di 2 metri tra il piano di imposta della barriera di confinamento della discarica e la massima escursione della falda acquifera, come prescritto dalla normativa tecnica vigente in materia di protezione del terreno e delle acque, in quanto tale distanza è necessaria a garantire la tutela dell'acquifero dall'inquinamento e dal deterioramento. L'amministrazione non è tenuta a dare esecuzione alla sentenza di annullamento del precedente diniego, che aveva rilevato l'insufficienza della motivazione, qualora, a seguito di un nuovo e complessivo riesame del procedimento, accerti l'impossibilità di realizzare l'opera nel rispetto della normativa tecnica applicabile, essendo tale valutazione di natura tecnico-discrezionale rimessa alla sua competenza. In tal caso, il nuovo diniego, adeguatamente motivato in relazione alle risultanze istruttorie, non si pone in contrasto con il giudicato formatosi sulla precedente decisione di annullamento.