Cassazione penale Sez. V sentenza n. 5524 del 5 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:5524PEN

Massima

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La reazione diffamatoria non può essere considerata immediata e provocata quando intercorre un lasso di tempo significativo, superiore a due mesi, tra la conoscenza della causa della provocazione e la condotta offensiva, essendo necessario un nesso eziologico stretto tra i due eventi per poter applicare l'esimente della provocazione prevista dall'art. 599, comma 2, c.p. Anche in assenza di notifica formale, la conoscenza della causa della provocazione si ritiene acquisita quando gli atti e i documenti relativi vengono restituiti all'interessato, a conclusione della procedura. L'onere di provare una conoscenza successiva della causa della provocazione grava sull'imputato, che non può limitarsi a contestare genericamente le valutazioni del giudice di merito, non sindacabili in sede di legittimità, senza fornire elementi specifici a sostegno della propria tesi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) RA. GI. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 14/03/2006 GIUDICE DI PACE di CALTANISSETTA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARASCA GENNARO;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Dottor CONSOLO Santi, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

La Corte di Cassazione:

OSSERVA

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