Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19702 del 8 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:19702PEN

Massima

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Il reato di minaccia grave di cui all'art. 612, comma 2, c.p. sussiste quando le espressioni verbali profferite dall'agente, valutate nel loro tenore e nel contesto in cui sono pronunciate, risultano idonee a ingenerare nella persona offesa un fondato timore per la propria incolumità, a prescindere dall'effettivo verificarsi dell'intimidazione. L'idoneità della minaccia a turbare psicologicamente la vittima va accertata ex ante, sulla base di un criterio medio o delle conoscenze dell'agente, senza che rilevi la particolare forza d'animo della persona offesa. Ai fini della valutazione della gravità della minaccia, il giudice di merito deve considerare tutti gli elementi concreti della vicenda, quali il tenore delle espressioni utilizzate, il contesto in cui sono pronunciate e l'assenza di qualsivoglia animosità pregressa che possa giustificare lo scambio di parole, al fine di verificare se e in quale misura le minacce abbiano ingenerato timore o turbamento nella vittima. La motivazione del giudice di merito in ordine alla sussistenza e alla gravità della minaccia, se adeguatamente argomentata e conforme ai principi giurisprudenziali, è incensurabile in sede di legittimità, non potendosi in tale sede procedere a una diversa valutazione delle risultanze probatorie, riservata in via esclusiva al giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Tere - rel. Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/12/2017 del TRIBUNALE di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott.ssa MARIA TERESA BELMONTE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore, Dott. LIGNOLA FERDINANDO;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita';
udito il difensore;
LA DIFESA DI PARTE CIVILE SI RIPORTA ALLE CONCLUSIO…

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