Il mutamento non autorizzato della destinazione d'uso di unità immobiliari, da turistico-alberghiera a residenziale, comporta l'applicazione di una sanzione pecuniaria commisurata all'aumento di valore derivante dalla nuova destinazione, ai sensi dell'art. 53, comma 2, della L.R. Lombardia n. 12 del 2005. Tale sanzione è legittima anche qualora il mutamento di destinazione d'uso sia dovuto alla cessazione del rapporto contrattuale tra il proprietario dell'unità immobiliare e il gestore unico del complesso turistico-alberghiero, in assenza di prova di una nuova destinazione turistica dell'immobile. L'amministrazione comunale è competente ad applicare la sanzione, anche qualora l'avvio del procedimento sia stato disposto da un soggetto diverso, purché l'atto finale sia adottato dall'ufficio comunale competente in materia edilizia e urbanistica. La valutazione dell'aumento di valore ai fini della determinazione della sanzione deve tenere conto del valore di mercato dell'immobile nella nuova destinazione d'uso, previa detrazione di una quota corrispondente al venir meno della gestione unitaria del complesso turistico-alberghiero, senza necessità di rivalutare il prezzo di acquisto originario in assenza di elementi probatori sull'effettivo andamento del mercato immobiliare nel periodo considerato.