Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23979 del 4 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:23979PEN

Massima

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Il reato di minaccia grave, di cui all'art. 612, comma 2, c.p., sussiste quando la prospettazione di un male implicante la morte del soggetto passivo, anche se espressa in modo generico, è idonea a determinare un grave turbamento psichico nel destinatario, avuto riguardo alle personalità dei soggetti attivo e passivo del reato. Tale fattispecie, procedibile d'ufficio, è configurabile sulla base della sola lettura del capo di imputazione, senza necessità di ulteriori accertamenti di fatto, a differenza del reato di tentata violenza privata, la cui sussistenza presuppone invece approfondimenti in punto di fatto. L'annullamento della sentenza che abbia erroneamente qualificato il fatto come remissione di querela non impedisce al pubblico ministero di procedere per il più grave reato di minaccia grave, così come prospettato nel ricorso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI SALERNO;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 142/2011 GIUDICE DI PACE di AGROPOLI, del 23/01/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 19/01/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA MICCOLI;

Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott. DELEHAYE Enrico, ha concluso chiedendo annullamento previa riqualificazione.

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