Cassazione penale Sez. II sentenza n. 29179 del 21 ottobre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:29179PEN

Massima

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Il reato di appropriazione indebita si consuma nel momento in cui l'agente, avendo la disponibilità di una somma di denaro in virtù di un incarico conferitogli, la destina a scopi diversi ed estranei agli interessi di chi gli ha conferito l'incarico, violando così il divieto implicito di utilizzazione della somma per fini personali. L'elemento soggettivo del dolo è integrato sia quando l'appropriazione è finalizzata al conseguimento di un ingiusto profitto personale, sia quando è funzionale a saldare debiti inerenti a gestioni condominiali differenti da quella per cui il denaro era stato affidato. Il mandatario che, violando le disposizioni impartitegli dal mandante, si appropri del denaro ricevuto utilizzandolo per propri fini, commette il delitto di appropriazione indebita, a prescindere dalla costituzione in mora o dall'inadempimento dell'obbligo restitutorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAGO Geppino - Presidente

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - rel. Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti con unico atto nell'interesse di:
(OMISSIS), n. a (OMISSIS) e di (OMISSIS), n. a (OMISSIS), entrambi rappresentati ed assistiti dall'avv. (OMISSIS), di fiducia;
avverso la sentenza della Corte di appello di Venezia, seconda sezione penale, n. 413/2018, in data 04/04/2018;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed i ricorsi;
sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dr. Andrea Pellegrino;
udita la requisitoria del Sostituto procuratore generale Dr. Locatelli Giuseppe, che ha…

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