Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 53936 del 30 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:53936PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando dei poteri e dei mezzi a lui affidati in ragione del suo ufficio, si appropria di beni di cui ha la disponibilità per ragioni di servizio, integra il reato di peculato, senza che rilevi la mera possibilità di accesso da parte di altri soggetti ai beni sottratti. L'elemento soggettivo del reato di peculato è integrato anche dalla condotta di alterazione o occultamento della documentazione relativa ai beni sottratti, volta a nascondere la propria condotta appropriativa. Il mero dato della incensuratezza dell'imputato non costituisce di per sé elemento sufficiente per il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, essendo necessario il riscontro di fattori positivi che rendano necessaria la mitigazione della pena, in assenza dei quali il giudice può legittimamente negare il beneficio sulla base della gravità della condotta e dell'alto livello di infedeltà dimostrato dall'imputato nei confronti della pubblica amministrazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VILLONI Orlando - Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/11/2016 della CORTE APPELLO di BRESCIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ((omissis))NA VIGNA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore CARDIA DELIA che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
udito il difensore, avvocato (OMISSIS) del foro di ROMA, in sostituzione dell'avvocato (OMISSIS) del foro di BRESCIA in difesa di (…

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