Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 16703 del 2024

ECLI:IT:TARLAZ:2024:16703SENT

Massima

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Il rilascio della concessione o dell'autorizzazione in sanatoria per opere edilizie eseguite su aree sottoposte a vincolo paesaggistico, archeologico o di altra natura non comporta automatica preclusione, dovendo l'Amministrazione preposta alla tutela del vincolo valutare in concreto la compatibilità dell'intervento con il contesto territoriale e ambientale tutelato, attraverso un'istruttoria approfondita e una motivazione puntuale che dia conto delle specifiche caratteristiche dei manufatti e della loro incidenza sui valori paesaggistici, archeologici o di altra natura protetti. Il mero richiamo all'esistenza del vincolo, senza una valutazione in concreto della compatibilità dell'opera, determina un vizio di motivazione dell'atto. Anche in presenza di vincoli di inedificabilità assoluta, l'Amministrazione deve comunque verificare se i manufatti oggetto di condono possano essere comunque sanati, tenuto conto delle loro caratteristiche costruttive, della loro epoca di realizzazione e del contesto territoriale in cui si inseriscono. La valutazione della Soprintendenza non può essere automatica e meramente ricognitiva dei vincoli, ma deve essere concreta ed approfondita, indicando puntualmente le ragioni per le quali la conservazione dell'intervento risulti incompatibile con i valori tutelati. Il principio di tutela del legittimo affidamento impone inoltre che, per le domande di condono presentate in base alla legge n. 47/1985, si applichi la disciplina vigente all'epoca della presentazione della domanda, senza che possano trovare applicazione le successive modifiche normative.

Sentenza completa

Pubblicato il 26/09/2024

N. 16703/2024 REG.PROV.COLL.

N. 10884/2018 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda Stralcio)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 10884 del 2018, integrato da motivi aggiunti, proposto dai sigg.ri ((omissis)) e ((omissis)), rappresentati e difesi dagli avv.ti ((omissis)) e ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio dell’avv.ssa ((omissis)) in Roma, via G. Nicotera, 29;

contro

il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il Parco Archeologico dell’Appia Antica e la Soprintendenza Archeologia, ((omissis)) e Paesaggio di Roma, non costituiti in giudizio;
il Roma Capitale, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e …

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