La sospensione dei termini di durata massima della custodia cautelare prevista dall'art. 304, comma 2, c.p.p. per i dibattimenti particolarmente complessi relativi ai reati di cui all'art. 407, comma 2, lett. a), c.p.p. si applica non solo ai giudizi di primo grado, ma anche ai giudizi di impugnazione, riguardando non solo i giorni di udienza e di deliberazione della sentenza, ma anche i relativi intervalli temporali. Tale disciplina, volta ad adeguare la durata della custodia cautelare alle esigenze dei processi contro la criminalità organizzata e alla complessità che ad essi fisiologicamente si ricollega, si presenta immune da censure di incostituzionalità o di violazione del bene della libertà personale dell'imputato, in quanto i rinvii e gli intervalli tra le udienze devono essere rigidamente correlati agli specifici fattori obiettivi che costituiscono la causa giustificativa del provvedimento sospensivo, con la conseguenza che, essendo in discussione il bene della libertà personale dell'imputato, tali rinvii devono essere strettamente modulati alle peculiari esigenze processuali che hanno reso inevitabile il superamento dei termini ordinari della custodia cautelare fissati dall'art. 303 c.p.p.