Il giudice per le indagini preliminari, nell'esercizio del proprio potere discrezionale, può rigettare la richiesta di incidente probatorio finalizzata all'assunzione dell'esame di persona sottoposta alle indagini su fatti concernenti la responsabilità di altri, anche in assenza dei presupposti di cui alle lettere a) e b) dell'art. 392 c.p.p., comma 1, qualora ritenga non rilevante un'anticipazione dell'attività istruttoria. Tale provvedimento di rigetto, essendo espressione di un potere riconosciuto al giudice dall'ordinamento, non presenta profili di abnormità e non è impugnabile con ricorso per cassazione, in quanto la disciplina codicistica esclude la immediata e diretta impugnabilità dei provvedimenti di carattere istruttorio. La mancata previsione di un rimedio impugnatorio avverso l'ordinanza di rigetto della richiesta di incidente probatorio non determina una violazione del diritto di difesa, in quanto la facoltà delle parti di richiedere l'esame in dibattimento, con le più ampie possibilità di contestazioni, rimane impregiudicata. Inoltre, la scelta del legislatore di ampliare le potenzialità connesse all'esercizio del diritto di difesa nelle varie fasi del processo, senza rendere obbligatoria l'ammissione dell'incidente probatorio, non può essere considerata illegittima, in quanto coerente con il sistema processuale che rimette alle parti la valutazione sul momento di formazione della prova.