Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12646 del 25 marzo 2016

ECLI:IT:CASS:2016:12646PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il giudizio di pericolosità sociale ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali nei confronti di soggetti ritenuti appartenenti ad associazioni di tipo mafioso può essere formulato anche in assenza di una condanna penale definitiva, sulla base di elementi indiziari e di prova acquisiti nel procedimento di prevenzione, i quali possono essere desunti anche da procedimenti penali non ancora conclusi con sentenza irrevocabile. L'eventuale assoluzione dal reato di associazione mafiosa non comporta automaticamente l'esclusione della pericolosità sociale, potendo il giudice della prevenzione valutare autonomamente gli elementi di fatto e di diritto acquisiti, a prescindere dalle statuizioni del processo penale. Il procedimento di prevenzione, infatti, ha una propria autonomia funzionale e strutturale rispetto al processo penale, essendo finalizzato a una valutazione di pericolosità sociale e non all'accertamento di un fatto-reato. Pertanto, il giudice della prevenzione può legittimamente applicare misure personali e patrimoniali anche in assenza di una condanna definitiva, purché il giudizio di pericolosità sia fondato su elementi certi e logicamente argomentati, senza che sia necessario il rispetto dei canoni di prova richiesti per la condanna penale. La sentenza della Corte EDU nel caso Labita c. Italia, invocata dai ricorrenti, non incide su tali principi, avendo la Corte europea ritenuto compatibile con la CEDU l'applicazione di misure di prevenzione nei confronti di soggetti solo sospettati di appartenenza mafiosa, anche in assenza di condanna definitiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. ZAZA Car - rel. Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso il decreto n. 40/2014 CORTE APPELLO di PALERMO, del 16/01/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MICCOLI GRAZIA;
Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott. GAETA Pietro, ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con decreto del 16 gennaio 2015 la Corte di appello di Palermo, in rif…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.