Cassazione penale Sez. II sentenza n. 22487 del 8 giugno 2021

ECLI:IT:CASS:2021:22487PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel respingere il ricorso proposto dall'imputato, afferma che l'aggravante dell'appartenenza ad associazione di stampo mafioso, debitamente contestata nel capo di imputazione, non può essere bilanciata con le attenuanti generiche riconosciute per altri delitti, in quanto tale aggravante privilegiata esclude il bilanciamento. Inoltre, la Corte chiarisce che l'attenuante del ravvedimento operoso prevista dall'art. 8 del d.l. n. 152/1991 può essere riconosciuta solo per i delitti commessi avvalendosi delle condizioni o al fine di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa, mentre i reati oggetto del procedimento, pur commessi da un soggetto appartenente a un sodalizio mafioso, sono stati realizzati in un contesto e con finalità diverse, senza avvalersi del metodo mafioso né allo scopo di rinforzare l'associazione. Infine, la Corte ritiene corretta la motivazione della Corte di appello in ordine al diniego del riconoscimento del vincolo della continuazione con precedenti condanne, in quanto i nuovi reati sono stati commessi a distanza di oltre 10 anni, dopo la dissociazione e l'inserimento nel programma di protezione speciale, e risultano frutto non di un unico disegno criminoso originario, ma di una pervicace inclinazione delinquenziale. Pertanto, l'aggravante mafiosa esclude il bilanciamento con le attenuanti, l'attenuante del ravvedimento operoso non è applicabile ai reati commessi in contesti diversi dall'associazione, e il diniego della continuazione è correttamente motivato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IMPERIALI Luciano - Presidente

Dott. MANTOVANO Alfredo - Consigliere

Dott. BORSELLINO Maria D. - rel. Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

Dott. SARACO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza resa dalla Corte di appello di Venezia il 26 marzo 2018;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere MARIA DANIELA BORSELLINO;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. CIMMINO Alessandro, che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Venezia ha confermato la sent…

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