Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 23267 del 28 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:23267PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione di una misura cautelare personale, deve essere valutato dal giudice sulla base di elementi concreti e attuali, desumibili dalle modalità e circostanze del fatto, nonché dalla personalità dell'indagato, senza che sia sufficiente il mero decorso del tempo dalla commissione del reato. Anche in presenza di condotte risalenti nel tempo, il pericolo di recidiva può essere ritenuto sussistente ove emergano indizi di una perdurante propensione dell'indagato alla commissione di ulteriori reati, desumibili dalla sua condotta e dai suoi collegamenti con l'ambiente criminale di riferimento. Il giudice, nel motivare l'applicazione della misura cautelare, deve indicare gli specifici elementi che, nel caso concreto, rendono tale misura la più idonea a soddisfare le esigenze cautelari, senza necessità di un'analitica dimostrazione dell'inidoneità di ogni altra misura.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MENICHETTI Carla - Presidente

Dott. MONTAGNI Andrea - Consigliere

Dott. NARDIN Maura - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. DAWAN Danie - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 15/10/2018 del TRIB. LIBERTA' di ROMA;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott.ssa DANIELA DAWAN;
lette le conclusioni del PG, Dott. VIOLA ALFREDO POMPEO, il quale conclude per il rigetto;
E' presente l'avvocato (OMISSIS) del foro di RIETI in difesa di: (OMISSIS) il quale si riporta ai motivi di ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il difensore di (OMISSIS), indagato per reati di rapina (capo 2), di cui al Decreto del Presid…

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