Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26213 del 13 giugno 2019

ECLI:IT:CASS:2019:26213PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Le dichiarazioni della persona offesa, se ritenute credibili e attendibili dal giudice di merito sulla base di una motivazione logica e coerente, possono costituire prova sufficiente per l'affermazione della responsabilità penale dell'imputato, senza che sia necessario il riscontro di ulteriori elementi probatori. Il controllo di legittimità della Corte di Cassazione sulla motivazione della sentenza di merito non può spingersi fino a una rivalutazione del compendio probatorio, essendo riservata al giudice di merito la valutazione della credibilità e attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa e degli altri testimoni. Pertanto, il ricorso per cassazione che denunci vizi della motivazione è inammissibile quando si risolve in una mera richiesta di riesame del merito della decisione, attraverso una diversa valutazione delle risultanze istruttorie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO ((omissis)) - Presidente

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/12/2017 della Corte di Appello di Salerno;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GIUSEPPE RICCARDI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, Avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza emessa il 04.12…

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