Cassazione penale Sez. I sentenza n. 33846 del 11 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:33846PEN

Massima

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Il procedimento disciplinare penitenziario deve rispettare i principi fondamentali di garanzia e il contraddittorio, con la contestazione all'interessato dell'addebito in modo chiaro e preciso, indicando il fatto specifico addebitato e i relativi articoli di legge. L'invalidità della contestazione per carenza di tali requisiti inficia il provvedimento di applicazione della sanzione disciplinare. Tuttavia, l'omessa o tardiva presentazione dei motivi a sostegno del reclamo entro il termine previsto è causa di inammissibilità, non potendo il condannato introdurre in sede di udienza camerale motivi nuovi attinenti alla regolarità del procedimento disciplinare. La scriminante della legittima difesa può essere esclusa qualora, pur potendo allontanarsi di fronte all'iniziale aggressività dell'altro detenuto, il condannato abbia preferito passare alle vie di fatto procurando lesioni personali. Il giudice di merito deve fornire adeguata motivazione in ordine alle condizioni legittimanti o meno della scriminante invocata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Presidente

Dott. SARACENO ((omissis)) - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. APRILE Stefano - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 24/03/2016 del TRIB. SORVEGLIANZA di FIRENZE;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. APRILE STEFANO;
lette le conclusioni del P.G. Dott. ANIELLO Roberto, che ha concluso per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento impugnato, il Tribunale di sorveglianza di Firenze ha rigettato il reclamo proposto nell'interesse di (OMISSIS) avverso l'ordinanza emessa dal Magistra…

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