Il reato di ricettazione (art. 648 c.p.) e quello di commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.) possono concorrere, in quanto le fattispecie incriminatrici descrivono condotte diverse sotto il profilo strutturale e cronologico, senza che possa configurarsi un rapporto di specialità. L'acquisto o la ricezione di cose provenienti da reato integra la ricettazione, mentre la detenzione per la vendita o la messa in circolazione di beni con marchi contraffatti integra il reato di cui all'art. 474 c.p. Tali condotte, pur essendo ontologicamente e strutturalmente diverse, possono essere collegate da un nesso di mezzo-fine, tale da integrare la circostanza aggravante prevista dall'art. 61, n. 2, c.p. Inoltre, la data di consumazione del reato di ricettazione deve essere accertata con precisione, anche attraverso il richiamo ad eventuali precedenti giudicati, al fine di verificare l'eventuale estinzione del reato per prescrizione. Infine, la valutazione della prova e l'accertamento della responsabilità penale rientrano nella discrezionalità del giudice di merito, sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o irragionevolezza della motivazione.