Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28332 del 28 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:28332PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis c.p. si configura quando sussistono i seguenti elementi costitutivi: 1) La forza di intimidazione del vincolo associativo, che genera una condizione di assoggettamento e omertà in interi settori della comunità sociale; 2) Il metodo mafioso, consistente nell'avvalersi di tale forza intimidatrice per il raggiungimento dei propri fini illeciti; 3) Il programma criminoso finale, volto all'acquisizione diretta o indiretta della gestione o del controllo di attività economiche, concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici, ovvero al conseguimento di profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, nonché al condizionamento della vita democratica del Paese attraverso la limitazione del libero esercizio del diritto di voto. Tali requisiti possono sussistere anche quando l'associazione mafiosa abbia radicato una propria articolazione in un territorio diverso da quello di origine, purché sia dimostrata la capacità di tale articolazione di incutere timore e di determinare una condizione di assoggettamento e omertà nella comunità locale, indipendentemente dalla realizzazione di specifici atti di violenza o minaccia, in ragione della fama criminale acquisita dalla casa madre. In tale ipotesi, la prova della partecipazione all'associazione mafiosa può desumersi anche da elementi indiziari, come la partecipazione alla raccolta di fondi destinati ai detenuti affiliati, in attuazione del programma di solidarietà e assistenza interna all'organizzazione, nonché dal condizionamento della vita democratica locale attraverso l'infiltrazione di esponenti mafiosi negli organi elettivi e amministrativi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2203/2012 TRIB. LIBERTA' di TORINO, del 09/11/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. D'Angelo Giovanni che ha chiesto il rigetto;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS).

FATTO E DIRITTO

Con ordinanza 9.11.2012, il tribunale di Torino ha rigettato la richiesta di riesame e ha confermato l'ordinanza 10.10.2012 del Gip del…

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