Il rilascio di autorizzazioni per la realizzazione di strutture sanitarie private è subordinato alla verifica di compatibilità del progetto da parte della Regione, la quale deve valutare la conformità dello stesso rispetto al fabbisogno complessivo e alla localizzazione territoriale delle strutture presenti in ambito regionale, al fine di garantire l'accessibilità ai servizi e valorizzare le aree di insediamento prioritario di nuove strutture. In assenza di una programmazione sanitaria ed ospedaliera regionale, che determini il fabbisogno di assistenza, non è possibile il rilascio di autorizzazioni per strutture sanitarie private, neppure per silentium, in quanto manca il presupposto giuridico-fattuale necessario per la valutazione di compatibilità da parte della Regione. Pertanto, il Comune è legittimato a revocare l'autorizzazione precedentemente rilasciata sulla base della ritenuta formazione del silenzio assenso, qualora la Regione (o il Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo del Servizio Sanitario Regionale) esprima parere negativo di incompatibilità del progetto con la programmazione sanitaria regionale, non ancora definita. Il silenzio assenso di cui all'art. 17-bis della legge n. 241/1990 non è applicabile a tale fattispecie, in quanto la fase istruttoria non risulta conclusa e non vi è uno schema di provvedimento sottoposto alla Regione, essendo il parere di verifica della compatibilità un atto avente la specifica finalità di valutare la conformità del progetto rispetto alla programmazione sanitaria, ancora non definita.