Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'annullare il provvedimento del Comune di Verona che aveva dichiarato inammissibili le domande di autorizzazione per l'installazione di cartelli pubblicitari presentate in un unico plico postale, ha affermato il seguente principio di diritto: Le clausole regolamentari che comportano l'esclusione dalla procedura di ammissione ad un'attività economica contingentata, quale è quella dell'effettuazione della pubblicità stante la limitatezza degli spazi a ciò destinati, devono essere interpretate nel modo meno restrittivo, con esclusione di estensioni analogiche volte a valorizzare significati impliciti, posto che altrimenti risulterebbero lesi l'affidamento dei partecipanti e la par condicio dei concorrenti. Pertanto, il divieto di presentare domande cumulative, previsto dalla deliberazione di Giunta comunale, non può essere interpretato in modo da imporre l'obbligo di presentare una domanda separata per ciascun impianto pubblicitario, in quanto tale requisito non è espressamente previsto dalla norma e l'introduzione di tale modalità di presentazione delle domande esula dalla competenza della Giunta comunale, spettando invece alla sede regolamentare di competenza del Consiglio comunale.