Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 14420 del 11 maggio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:14420PEN

Massima

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La circostanza aggravante di cui all'art. 7 della L. n. 203 del 1991 può qualificare anche la condotta di chi, senza essere organicamente inserito in un'associazione mafiosa, offra un contributo al perseguimento dei suoi fini, a condizione che tale comportamento risulti assistito, sulla base di idonei dati indiziari o sintomatici, da una cosciente ed univoca finalizzazione agevolatrice del sodalizio criminale. Tale finalità perseguita dall'autore del delitto deve essere oggetto di una rigorosa verifica in sede di formazione della prova sotto il duplice profilo della dimostrazione che il reato è stato commesso al fine specifico di favorire l'attività dell'associazione mafiosa e della consapevolezza dell'ausilio prestato al sodalizio, senza che tale consapevolezza sia esclusa per il solo fatto che l'autore del reato persegua l'ulteriore scopo di trarre un vantaggio proprio dal fatto criminoso. La sussistenza dell'aggravante può essere desunta dalla piena intraneità dell'indagato all'associazione di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309 del 1990, dai rapporti diretti da lui intrattenuti con i referenti del sodalizio indicati dai collaboratori di giustizia quali affiliati mafiosi, nonché dal ruolo essenziale svolto dall'indagato per il funzionamento della piazza di spaccio operante nel quartiere di Librino, in costante relazione con gli esponenti di vertice del clan, così come risultante dalle risultanze investigative.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. GIORGI Maria Silvia - Consigliere

Dott. VIGNA Maria S - rel. Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 25/07/2019 del Tribunale del riesame di Catania;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Vigna Maria Sabina;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale DE MASELLIS Mariella che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza impugnata, il Tribunale del riesame di Catania ha confermato l…

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