Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27218 del 12 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:27218PEN

Massima

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Il reato di minaccia si configura quando la condotta dell'agente prospetta alla vittima il pericolo di un male ingiusto, senza che sia necessario il concreto verificarsi di uno stato di intimidazione, essendo sufficiente l'attitudine della condotta a turbare la tranquillità d'animo della persona cui è diretta. Pertanto, l'assoluzione del prevenuto non può fondarsi sulla mancata percezione della carica minatoria delle espressioni da parte dei testimoni presenti, dovendosi invece valutare l'oggettiva potenzialità della condotta a suscitare timore nell'animo della vittima. Quanto al reato di ingiuria, l'utilizzo di espressioni che attribuiscono alla persona qualità soggettive negative, come malattie mentali, integra di per sé l'intenzione di ledere l'onore e il decoro del destinatario, a prescindere dalla finalità descrittiva di un comportamento, non essendo necessario che il giudice individui specifici elementi probatori a sostegno di tale intenzione, specie quando l'imputato abbia una particolare competenza in ambito paramedico che gli consenta di valutare adeguatamente la portata offensiva delle espressioni utilizzate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SAVANI Pie - rel. Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PMT PRESSO TRIBUNALE DI LATINA;

nei confronti di:

1) QU. MA. N. IL (OMESSO) C/;

avverso la sentenza n. 685/2008 GIUDICE DI PACE di LATINA, del 17/11/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/04/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIERO SAVANI;

udito il P.G. in persona del Dott. CEDRANGOLO Oscar che ha concluso per l'ina…

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