Cassazione penale Sez. I sentenza n. 11494 del 23 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:11494PEN

Massima

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La revoca della detenzione domiciliare non può essere disposta automaticamente a seguito dell'adozione di una misura cautelare intramuraria, ma richiede l'accertamento di un concreto pericolo di commissione di ulteriori reati da parte del condannato. Il Tribunale di sorveglianza, nel valutare la sussistenza dei presupposti per la revoca, deve considerare tutti gli elementi rilevanti, quali l'assenza di denunce successive al reato commesso, la prognosi di recidiva e la possibile applicazione di istituti attenuanti come la continuazione, senza basarsi su mere presunzioni circa l'esito del procedimento penale pendente. La misura alternativa della detenzione domiciliare, una volta concessa, può essere revocata solo in presenza di specifiche e motivate ragioni che dimostrino il venir meno delle condizioni che ne avevano giustificato l'applicazione, nel rispetto del principio di proporzionalità e del favor libertatis che caratterizza il sistema sanzionatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - rel. Consigliere

Dott. CAIAZZO Luigi P. - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI SASSARI;

nei confronti di:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS) C/;

avverso l'ordinanza n. 289/2011 TRIB. SORVEGLIANZA di SASSARI, del 14/04/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MASSIMO VECCHIO;

Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, dott. GIALANELLA Antonio, sostituto procuratore generale della Repubblica presso questa Corte suprema, …

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