La realizzazione di opere edilizie, anche se realizzate con materiali amovibili e senza fondazioni, deve essere considerata come "costruzione" ai fini urbanistici ed edilizi qualora le stesse, per le loro dimensioni, caratteristiche e finalità, risultino stabilmente funzionali all'attività produttiva dell'impresa e non abbiano natura meramente temporanea o accessoria. Tali opere, pertanto, non possono essere qualificate come interventi di "edilizia libera" ai sensi dell'art. 78 della L.P. 15/2015, né come "costruzioni accessorie" ai sensi dell'art. 3, comma 4, lett. b) del Regolamento urbanistico-edilizio provinciale, e devono essere soggette al previo rilascio del titolo abilitativo edilizio. L'ordine di demolizione di tali opere abusive, per la sua natura vincolata e rigidamente ancorata al ricorrere dei relativi presupposti di fatto e di diritto, non richiede alcuna motivazione in ordine alle ragioni di pubblico interesse diverse da quelle inerenti al ripristino della legittimità violata, e tale principio non ammette deroghe neppure nell'ipotesi in cui l'ingiunzione di demolizione intervenga a distanza di tempo dalla realizzazione dell'abuso, non rilevando in tal caso il principio del legittimo affidamento del privato.