Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 31667 del 11 agosto 2010

ECLI:IT:CASS:2010:31667PEN

Massima

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Il divieto di reformatio in peius nel giudizio di appello, sancito dall'art. 597 c.p.p., comma 4, impedisce al giudice di secondo grado non solo di aumentare la pena complessiva irrogata in primo grado, ma anche di determinare in misura superiore gli elementi autonomi che concorrono alla sua quantificazione, come la pena base, anche quando vengano riconosciute circostanze attenuanti in favore dell'imputato. Pertanto, una volta che il giudice di appello abbia escluso una circostanza aggravante ovvero abbia concesso le circostanze attenuanti generiche, determinando una pena complessiva inferiore a quella di primo grado, non può fissare la pena base in misura superiore a quella stabilita in precedenza, in quanto ciò comporterebbe una violazione del divieto di reformatio in peius, il quale impone che la riduzione della pena complessiva non possa essere compensata da un aumento di uno degli elementi costitutivi del trattamento sanzionatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MORGIGNI Antonio - Presidente

Dott. GALBIATI Ruggero - rel. Consigliere

Dott. BIANCHI Luisa - Consigliere

Dott. MAISANO Giulio - Consigliere

Dott. MARINELLI Felicetta - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) AN. TA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 354/2009 CORTE APPELLO di GENOVA, del 20/05/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/05/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. RUGGERO GALBIATI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. VOLPE Giuseppe, che ha concluso per l'annullamento con rinvio in ordine alla pena;

Udito il difensore avv. ((omissis)).

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