Il giudice penale, anche in caso di proscioglimento dell'imputato, può pronunciare la dichiarazione di falsità di un atto o documento ai sensi dell'art. 537 c.p.p., in quanto tale statuizione è autonoma e accessoria rispetto all'esito del processo e risponde all'esigenza di tutelare la fede pubblica, qualora la falsità emerga nel corso del procedimento sulla base delle norme che regolano l'acquisizione e la valutazione della prova. La trasformazione del reato di falso in scrittura privata in illecito civile ad opera del d.lgs. n. 7/2016 non impedisce al giudice penale di pronunciarsi sulla falsità del documento, atteso il carattere obbligatorio e autonomo di tale pronuncia ai sensi dell'art. 537 c.p.p. Il giudice è tenuto a motivare adeguatamente in merito all'acquisizione, nel contraddittorio delle parti, della prova della falsità del documento oggetto della pronuncia di cui all'art. 537 c.p.p.