Cassazione penale Sez. V sentenza n. 39246 del 25 ottobre 2005

ECLI:IT:CASS:2005:39246PEN

Massima

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Il falso medico che, in concorso con un medico abilitato, curi un paziente affetto da grave patologia, esercitando abusivamente la professione medica e fornendo indicazioni terapeutiche errate, risponde penalmente per il decesso del paziente, anche qualora il medico abilitato abbia assunto un ruolo prevalente nella gestione del caso, in quanto la sua condotta concorre causalmente all'evento letale e risulta prevedibile la possibilità di un esito tragico della terapia imposta. La violazione dell'obbligo di possedere la specifica perizia richiesta per l'esercizio della professione medica, tutelata dall'art. 348 c.p., è strettamente connessa all'evento verificatosi, a prescindere dalla prevalenza causale di altri fattori, essendo la tutela della salute pubblica il bene giuridico protetto dalla norma incriminatrice.

Sentenza completa

Il PM. è ricorrente avverso l'Ordinanza depositata 16.3.2005 del Tribunale del Riesame di Roma del 16.3.2005, che confermava l'Ordinanza 14.1.2005 del GIP. del Tribunale di Frosinone e che rigettava la richiesta di emissione di misura cautelare coercitiva nei confronti di An. Me., soggetto di indagine -per quel che qui interessa- del reato di cui all'art. 586/348 cod. pen. in relazione al decesso di Ne. Ba.
La premessa d'accusa è:
- che An. Me., abusivamente esercitando la professione medica ed arrogandosi il titolo di "dottore in medicina" (quando, invece, era sprovvisto di laurea e dotato di diploma di ragioniere) presso un centro medico -denominato Im. S.n.c. di Nu. Me.-da questi organizzato in S. An. in collaborazione con il dr. Pa. Sc. ("vero" medico ma che utilizzava il falso nome di An. Sc.), curò -a far data dall'8.10.2000- Ne. Ba., una paziente che, a far data dal 16.9.2002, prese a lamentare un rigonfiamento ascellare;

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