Cassazione penale Sez. II sentenza n. 31903 del 21 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:31903PEN

Massima

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Il possesso di un bene di provenienza illecita, come un telefono cellulare oggetto di furto, integra il reato di ricettazione anche in assenza di una prova diretta della consapevolezza della sua provenienza illecita da parte dell'imputato, qualora questi non fornisca una plausibile giustificazione del possesso, atteso che il mancato esercizio del diritto di difesa e la contumacia costituiscono univoci indizi della sua responsabilità. Infatti, l'acquisizione di una scheda telefonica intestata all'imputato, senza il rispetto delle prescritte formalità di identificazione, implica necessariamente la commissione di ulteriori reati, incompatibili con la buona fede nell'acquisto del bene, essendo attualmente preclusa la possibilità di ottenere schede telefoniche intestate a persone inesistenti o anonime. Pertanto, il giudice non può esimersi dal ritenere integrato il reato di ricettazione sulla base di mere congetture circa l'atteggiamento psicologico dell'imputato, quando questi non fornisca una plausibile spiegazione del possesso del bene di provenienza illecita.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE presso la Corte di Appello di L'Aquila;

avverso la sentenza del 04/04/2014 pronunciata dalla Corte di Appello di L'Aquila nei confronti di:

(OMISSIS) nato il (OMISSIS);

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAGO Geppino;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CEDRANGOLO Oscar che ha concluso per l'annullamento con rinvio;

udito il difensore avv.to (OMIS…

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